PRESENTAZIONE DEL LIBRO

LA BUONA SCUOLA PUBBLICA PER TUTTI - STATALE E PARITARIA

di Anna Monia Alfieri, Maria Chiara Parola, Miranda Moltedo - Edizioni Laterza, Bari 2010


Chi leggerà questo libro sulla scuola?

Non chi è troppo stanco né chi è troppo riposato.
Non chi “ce l’ha su” con mezzo mondo ma nemmeno chi vive sulle nuvole.
Non chi si dispera, ma nemmeno chi si illude.

E quando lo leggerà, chi lo leggerà?

Non è il libro della buonanotte, e nemmeno il libro della prima colazione.

E’ il libro di chi ha i piedi per terra, di chi pensa, di chi ragiona.
E magari è anche il libro di chi si arrabbia un po’.

E’ il libro di chi ha figli e di chi li avrà; ed è anche il libro di chi ha e avrà nipoti.

Chi non ha figli non potrà ignorarlo: sicuramente è il libro di chi avrà a che fare con le future generazioni di impiegati, operai, avvocati, negozianti, medici, i quali – se avranno studiato in una scuola pubblica buona – lavoreranno in un certo modo. Si va a fondo, a capire, quando è in ballo il destino della società, cioè quando si tratta della “pelle”.

Dunque è un libro per tutti.

Non riguarda, cioè, solo i genitori dell’86,1% degli alunni che frequentano quasi il 75% delle scuole pubbliche, dette statali; i restanti genitori – e alunni – frequentano ugualmente scuole pubbliche, dette paritarie. Il che non significa private: gli alunni di queste ultime sono meno dell’1 %. A loro magari dedicherà un libro qualcun altro, prima o poi.

Il libro non intende aumentare la depressione di chi paga le tasse onestamente: anzi, intende motivarlo. Soprattutto se si trova, il potenziale lettore e contribuente, nella condizione di avere figlio/figli da iscrivere a scuola.

Quale scuola pubblica scegliere per mio figlio? E se ne ho più di uno la domanda è doppiamente appassionata. Anzitutto devo essere consapevole che mi tocca scegliere, per diritto primordiale, ab ovo, l’educazione dei miei figli. La sceglievano i Greci e i Romani. In Europa, oggi, la scelgono – per diritto costituzionale - tutti i cittadini, poveri e ricchi. Quasi tutti.

Come cittadino italiano, infatti, ho qualche problema, e mi chiedo perché. Il libro risponde.

Il Grillo Parlante faceva memoria a Pinocchio; il libro presente fa memoria al Genitore sulla realtà del Sistema Nazionale di Istruzione: da dieci anni è composto da Scuole Pubbliche, Statali e Paritarie, per la legge 62/2000, a firma dell’allora ministro Luigi Berlinguer, suo malgrado risultata una legge oggettivamente zoppa: dice e disdice, libera e costringe. Soprattutto, illude il genitore di poter scegliere la buona scuola per il proprio figlio: nel sistema Nazionale di Istruzione, invece, attualmente è libero veramente solo chi può pagare.

Pubblico è bello, invece, ed è variopinto. Il grigio non deve esistere, soprattutto nel campo della scuola. Ognuna deve avere un’anima, cioè una Mission. Alcuni la chiamano correttamente Piano dell’Offerta Formativa, e goliardicamente POF. Il libro lo spiega.
La consapevolezza, quindi, che pubblico non è – e non può essere – sinonimo di statale si fa strada nel genitore cittadino e contribuente e anche, a maggior ragione, nel contribuente tout court: come sono spese dallo Stato le mie sudatissime imposte?

Che tipo di alunno viene prodotto dalla scuola pubblica?

Come è gestita e amministrata la mia scuola pubblica, statale e paritaria?

Ma se lo Stato è gestore di una scuola pubblica statale, come può essere contemporaneamente controllore? Imbarazzante. Ma le Autrici indagano e spiegano.

“Se vogliamo che la scuola funzioni come un efficace motore di uguaglianza e come un fattore di crescita bisogna che si irrobustisca, e per farlo occorre partire da analisi adeguate”. Sagge parole del Presidente della Repubblica all’inaugurazione dell’anno scolastico (21 settembre 2010): le analisi non mancano nel libro; come pure le proposte, i modelli, le ipotesi di lavoro, le critiche, gli elogi alla buona scuola pubblica, statale e paritaria.

E si apre il sano confronto tra scuole pubbliche, statali o paritarie non importa, come afferma il ministro Gelmini. La partita si gioca sulla qualità, ma questo potrà essere vero solo quando i Genitori, ministro in testa, potranno veramente sventolare il loro voucher, la carta vincente per tutti, da consegnare alla scuola certificata, controllata, sicura, organizzata, la cui gestione – pubblica (Regioni, Comuni, Provincie) o privata (Enti culturali, organizzazioni non profit) - sappia meritare la fiducia del cittadino e dello Stato controllore e garante. Non gestore.

O per amore o per forza: prima che il sistema scoppi occorre una forma di accreditamento.

I cittadini contribuenti osservano e tra questi:

- i Genitori contribuenti sperano;

- le Autrici (una mamma, una dirigente, la legale rappresentante di una scuola pubblica paritaria) spiegano;

- Le buone scuole pubbliche a gestione statale (al tavolo dei relatori, nel giorno della presentazione del libro in varie città italiane, siederà il dirigente di una buona scuola pubblica statale) scalpitano;

- le associazioni genitori delle buone scuole pubbliche paritarie, AGeSC in testa, fremono: di fronte a un diritto come quello della scuola pubblica paritaria assicurato (con la L.62/2000) e negato (di fatto), e in aggiunta pagato, con i contributi al funzionamento delle scuole, dalle Famiglie a beneficio dello Stato, occorrono nervi saldi e una buona dose di autocontrollo…

“La libertà di istituire scuole e l’equipollenza di trattamento degli alunni sono aspetti fondamentali dell’istituzione in uno Stato democratico e laico” (Luigi Berlinguer).

Perché questo si compia, è valsa la pena scrivere un libro.

Magari non sarà l’ultimo!